Oslo e Drøbak a cura di Silvia Nocco

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16 Set 2014

aker brygge

Oslo, definita la città più cara d’Europa, scoraggia la mia foga in stile tour operator per tanti anni, fino a quando nel giugno scorso,  “spulciando” come mio solito le tratte sarde verso l’estero, scopro che il costo del volo A/R  Alghero – Oslo Torp, è di circa 64 euro.  Inizio a credere a questo punto, di poter addomesticare la cara (in tutti i sensi) capitale norvegese.

D’altronde, mi dico, chi attribuisce alla fiordica cittadina, il fastidioso primato, potrebbe aver banchettato in ristoranti di lusso con renna e alce di prima scelta.

Basta poco per autoconvincermi e per coinvolgere il mio compagno.

Partenza prevista per mercoledì 27 agosto 2014, rientro domenica 31.

Durante la ricerca di un alloggio, tra gli hotel dai prezzi discretamente proibitivi, ne scorgo uno giudicato ottimo  dagli ospiti che vi hanno soggiornato, sogno o son desta? Centrale, acclamato e dai costi contenuti: con Citybox Oslo, è amore a prima vista. Per 4 notti 352 euro in stanza matrimoniale (176 euro a testa), con possibilità di disdire senza alcun costo fino al giorno prima dell’arrivo. Prenoto senza esitazione e coinvolgo altri 4 compagni di viaggio, che con entusiasmo scelgono di vivere con noi questa avventura.

Partenza da Alghero prevista per le 16, raggiungiamo l’aeroporto intorno alle 14.45. Non dobbiamo imbarcare bagagli in stiva, per questo siamo abbastanza rilassati e calmi ad un’ora dal decollo.

Ci dividono da Oslo tre ore di volo, ma Ryanair ci sorprende e non solo, decolla in lieve anticipo, ma raggiunge Torp venti minuti prima rispetto all’orario previsto.

All’arrivo in Norvegia,  il clima è meno rigido di quanto ci aspettassimo e non piove, condizione meteo assai gradita, visto il cattivo tempo delle tre settimane precedenti la nostra vacanza.

Lo scalo aeroportuale è piccolo, ma ben organizzato, con negozi , ristoranti e supermercati.

Torp dista circa 110 km dalla capitale, ma è ben collegata grazie ai bus e ai treni.

Noi optiamo per la prima soluzione,  poiché la fermata dell’autobus Torp-Expressen (qui info utili su orari, costi ed eventuali prenotazioni online: http://torpekspressen.no/index.php/torp_eng)  è esattamente di fronte all’uscita dell’aeroporto e ci porterà alla stazione centrale di Oslo (OSLO BUSSTERMINAL), dalla quale il nostro Hotel è distante 5 minuti di cammino.  Inoltre, la partenza dei bus è stabilita in base alla tabella oraria degli atterraggi e riusciamo perciò a partire poco dopo l’arrivo.

Il biglietto costa 250 Nok se di sola andata, preferibile l’andata e ritorno che consente un risparmio di 50 Nok, per un costo a testa di 450 Nok.

Leggiamo su internet prima della partenza, che è possibile pagare i biglietti sul bus anche con la carta di credito, ma i tentativi di utilizzare una mastercard ricaricabile e una postpay, risultano fallimentari e riusciamo ad acquistarli per l’intero gruppo, solo con la carta NON ricaricabile di Massi. Per dovere di cronaca, un autista di uno dei bus, che non riusciremo a prendere perché ormai saturo (evento fortunato, poiché il successivo che partirà 5 minuti più tardi, sarà praticamente vuoto) ha accettato il pagamento in euro per uno dei biglietti, con un cambio comunque per noi sfavorevole.

Nella confusione dell’acquisto, compriamo un biglietto in più, ma sdrammatizziamo, aggiungendo al nostro gruppo un amico immaginario che chiameremo Drubeck e che sarà un utile capro espiatorio in molte occasioni successive.

Acquistati i tickets ci accomodiamo sul mezzo e ci godiamo il fantastico panorama durante il tragitto. Foreste, laghetti, casette in mezzo ai boschi: è fantastico.

Raggiungiamo Oslo in circa 2 ore. Alla stazione centrale troviamo un bancomat, dal quale prelevare moneta locale (anche con la postpay). Gli uffici per il cambio, saranno invece utilizzabili solo nella giornata successiva, perché seguono gli orari dei negozi (dalle 10 alle 18 circa, nei giorni feriali).

Non fatichiamo a trovare il Citybox Hotel e ci rendiamo subito conto di quanto sia vicino al centro città e alla famosissima Karl Johans gate, strada dello shopping e uno dei simboli della capitale norvegese.

Caratteristica dell’albergo, risultano il Check in e Check out “self service”.

In una postazione con schermo bi-lingue (norvegese e inglese), inserendo il proprio numero di prenotazione e una carta di credito (anche post pay o ricaricabile), si ottiene la card magnetica (o due per camera, se si preferisce una maggiore autonomia) con la quale è possibile accedere all’ingresso principale della struttura, alla propria stanza e utilizzare l’ascensore. Ottima e veloce soluzione, che consente di giungere anche a tarda notte, senza scontrarsi con limiti d’orario, sovente previsti da altri alloggi. Effettueremo agevolmente anche il Check out, per il quale è richiesto semplicemente il numero della stanza (la card smagnetizzata, va riposta in un contenitore all’ingresso, la cui funzione è segnalata da una etichetta in inglese). 

La Hall  e la zona comune sono accoglienti e ben arredate e con numerosi servizi gratuiti (ad esempio forno a microonde e frigo), dobbiamo ancora vedere la stanza, ma la struttura con questo “antipasto” di design, cammina verso la promozione.

La camera è piccola (per nostra scelta) ma molto carina! La filosofia dell’albergo è quella secondo la quale il mondo va scoperto fuori e noi siamo d’accordo.  Non c’è TV, non c’è frigobar, ma ci sono in compenso un comodo lettone, lenzuola pulite, un ampio box doccia e un bagno più che sufficiente per le nostre esigenze. All’arrivo si trova un unico asciugamano a testa, ma su richiesta ne vengono forniti gratuitamente altri e sempre su richiesta si può ottenere un asciuga capelli (gratuitamente).

Ci rinfreschiamo e ritroviamo il gruppo per l’ora di cena.

Prima di uscire prendo dalla Hall una guida della città in lingua italiana, disponibile su uno scaffale in bella vista (in qualcosa si può anche risparmiare!), noterò le stesse guide, nei principali luoghi di interesse.

 Le 22 sono passate e gli orari nordici non prevedono cene servite in tarda nottata, per questo scegliamo di degustare un panino nella catena 7-eleven, a pochi passi dall’hotel e aperta 24 su 24 (una salvezza in tante occasioni).

Al costo di 90 Nok per due, mangiamo un panino farcito con pesto, pomodorini e formaggio (siamo vegetariani, ma non avremo mai difficoltà a trovare pietanze adatte alla nostra scelta alimentare). I nostri compagni di viaggio, spendono più o meno lo stesso tanto.

Passeggiamo lungo la via dello shopping e il viale è quasi tutto per noi, possiamo fermarci, accelerare il passo, goderci ogni angolo, senza doverlo condividere con un numero eccessivo di altri viaggiatori.

Che città fantastica. 

Il secondo giorno ci accoglie col bel tempo.  

Facciamo colazione da Wayne’s Coffe, in una perpendicolare della Karl Johans. Per due cappuccini e due croissant, spendiamo l’equivalente di circa 8 euro a testa. È il duro scontro con il costo della vita norvegese, ma soprattutto con il costo della colazione, che anche nei giorni successivi, scambieremo economicamente quasi per un pasto principale.

Scegliamo di inaugurare la giornata con il Bus Turistico, che prendiamo di fronte alla Stazione Centrale. Il biglietto ci costerà 250 Nok a testa, non è economico, ce ne rendiamo conto, ma sarà il nostro mezzo di trasporto giornaliero e ci consentirà di familiarizzare con la città.

In estate la prima corsa è prevista per le 9.30, l’ultima intorno alle 17. Nei piani alti del bus (parzialmente scoperto), soffia un venticello nordico donatore di stalattiti! Ci imbacucchiamo per bene.

Ascoltiamo la guida in lingua italiana e ci perdiamo tra verde e monumenti, abitazioni e boschi, parchi ed edifici. La città è fantastica, molto differente dalle altre visitate, lontana anche dalla “cugina” Stoccolma che vedemmo nel 2011.

museo folklore

Scegliamo come prima tappa il Norsk Folkemuseum, ovvero il Museo del Folklore norvegese, dove 155 casette in legno e una coreografica distesa verde che ospita mucche in libertà, accompagnano il visitatore nelle varie regioni  e città della Norvegia. È un luogo molto carino, per certi versi incantato, dove comparse vestite con il costume tipico della propria regione, camminano, si affacciano alle finestre delle casupole o ti invitano (come nel nostro caso) a sederti accanto al camino, mentre lavorano a maglia (per chi ha visitato Stoccolma e le sue attrazioni: ricorda il Museo Skansen).

Il costo del biglietto è di 110 corone, noi riceviamo uno sconto del 15% grazie al ticket del bus turistico.

Mangiamo al caffè del museo: un panino, un piatto vegetariano a base di verdure e formaggio, caffè e dolce ci costano l’equivalente di 14 euro a testa (respiro di sollievo garantito), anche i nostri compagni di viaggio, spendono più o meno lo stesso tasto per piatti anche a base di salmone e carne. È importante sapere che l’acqua è GRATIS in tutti i ristoranti o locali in cui si può mangiare, è disponibile in caraffe sopra mensole e ci si può servire da soli.

Nel pomeriggio, propongo la visita al Centro di ricerca sull’Olocausto (HL-senteret) e  i miei compagni di avventura sono d’accordo. Il biglietto ci costa 45 Nok a testa, usufruiamo di un piccolo sconto, rispetto ai 50 Nok previsti, poiché non c’è una guida in italiano e ci forniscono un Tablet con spiegazioni in inglese (da restituire a visita conclusa), per noi non sarebbe stato un disagio, ma la ragazza all’accettazione, insiste per agevolarci economicamente.

Foto e documenti sull’olocausto norvegese, si susseguono in una visita molto toccante, durante la quale leggo e traduco le informazioni che ci sono state fornite attraverso il supporto elettronico.

Terza tappa della giornata: Vikingskipshuset,  Museo delle Navi Vichinghe, che d’estate accoglie i visitatori fino alle 18. Biglietto di ingresso 45 Nok  (usufruiamo anche in questo caso dello sconto previsto per gli utilizzatori del bus turistico). Navi perfettamente conservate possono essere osservate da distanza ravvicinata e la guida cartacea disponibile all’ingresso, permette di conoscere la loro storia e la loro funzione.

Ci fermiamo al Chiosco del museo (all’esterno dello stesso), per un caffè e una coca cola, in compagnia di un numero discretamente fastidioso di api assetate e invadenti e di un gabbiano gigante sfamato dal gestore del locale con quello che definiremo “un panino imbottito intero”. I gabbiani norvegesi si riveleranno molto discreti e socializzati e li incontreremo in tante occasioni.

Una valutazione erronea della distanza tra il Museo delle Navi Vichinghe e il Parco Vigeland, mi fanno trainare il gruppo lungo una passeggiata che si tradurrà in circa 40 minuti tra casupole e verde norvegese, con passaggio adiacente alla casa estiva dei reali. Ne è valsa la pena, nonostante la fatica. Lungo la strada scorgiamo una vista fantastica sul Fiordo di Oslo.

Raggiungiamo il famoso parco intorno alle 19, ma l’orario non è un problema, visto che è sempre aperto e l’ ingresso gratuito.

Il Vigeland ci lascia senza fiato, sculture dalle espressioni e le movenze umane, si susseguono lasciando addosso al visitatore una inquietudine che riflette i vissuti ambivalenti di un’artista senza uguali. Salutiamo il famoso “bambino arrabbiato” e ci arrabbiamo accanto a lui per un selfie che ci fa sorridere.

Godiamo del tramonto, mentre una mongolfiera rossa conclude il suo viaggio e tocca terra nei pressi del parco.

Che meraviglia.

Stanchi ma energici, ci dirigiamo verso l’hotel e raggiungiamo a piedi il ristorante scelto per la nostra cena: Mamma Pizza.

Gestito da gentilissimi e giovani ragazzi italiani, si rivelerà un luogo accogliente nel quale degusteremo sapori nostrani di alta qualità. Per un totale di 500 Nok (da dividere in 6), assaggeremo, raggiungendo una gratificante sazietà, una pizza al metro ottima e riccamente farcita (è possibile scegliere 4 gusti con cui la pizza verrà condita), inoltre i titolari ci offriranno  due porzioni di una squisita panna cotta della casa.

Alla conclusione di questa giornata, permane la sensazione di relax e l’assenza di estenuanti file per l’ingresso ai Musei o per l’utilizzo del bus turistico.

 Dedichiamo il terzo giorno ad una escursione fuori Oslo, ci aspetta Drøbak, villaggio di pescatori su cui ho letto meraviglie prima del viaggio.

drobak

Colazione  a pochi passi dal nostro hotel, in un bar, dove per 124 Nok io e Massi, beviamo un gustoso cappuccino e compriamo 3 paste, che mangiamo comodamente seduti in dei divanetti, anche i nostri compagni di viaggio sono soddisfatti.

Alla Stazione Centrale, scegliamo poi di acquistare i biglietti al punto informazioni che si trova proprio di fronte all’ingresso principale (accanto alla scalinata che conduce all’entrata). Il biglietto individuale A/R, per raggiungere il paesello (che dista circa un’ora dalla capitale norvegese), costa 120 Nok, il bus che conduce alla meta è il 541, il cui capolinea, si può trovare seguendo le indicazioni di direzione che rimandano al Bussterminal all’interno della stazione e il cartello che si riferisce specificatamente al bus. Noi lo prendiamo nella piattaforma di sosta n.41 (potrebbe però variare a seconda dell’orario di partenza).

Il biglietto acquistato, va timbrato sull’autobus.  Troviamo facilmente posto a sedere e ci godiamo un panorama meraviglioso, vista boschi e vista mare (lungo la strada, scorgiamo anche l’ingresso del famosissimo Tusenfryd, l’enorme Parco divertimenti a circa 10 minuti da Oslo, perciò, per chi volesse visitarlo, il bus di riferimento è ugualmente il 541).

Raggiungiamo la piazza principale di Drøbak e ci sentiamo catapultati in altri tempi:  casette e sentieri si susseguono in un paesino che si affaccia su un fiordo meraviglioso. Ci godiamo un caffè espresso (28 Nok) nel bar della piazza e assaporiamo un clima mite e una giornata che per fortuna ci regala un timido sole (anche se nuvoloni incombono all’orizzonte).

Ci dirigiamo poi all’attrazione più pubblicizzata della piccola cittadina: La casa del Babbo Natale Norvegese, che si trova proprio di fronte al bar,  ingresso gratuito in quello che si rivelerà in realtà un negozio di oggettistica natalizia su due piani, carino, ma non eccezionale (compro comunque una pallina per addobbare il nostro albero a dicembre).

ufficio postale b.natale

 

 

Dalla casa, passiamo all’Ufficio postale di Babbo Natale, dove i turisti possono scrivere una lettera che riceverà l’ufficiale timbro del Babbo Natale Norvegese. Anche in questo caso, non la riteniamo una meta straordinaria, ma comunque gradevole.

Preferiamo di gran lunga il porticciolo e il Fiordo, che ci catturano profondamente, lasciandoci sognanti davanti a un panorama suggestivo.

Carichi ed energici, scegliamo un ristorantino per il pranzo, dove spendiamo circa 90 Nok a testa per pietanze gustose e di discreta qualità.

Nel post pranzo, facciamo in tempo a fare un giro del paesello, prima di dirigerci alla fermata del 541 (esattamente di fronte alla piazza, segnalata da un cartello con gli orari di passaggio) e ritornare verso Oslo.

Dedichiamo la serata alla visita del Teatro dell’Opera e del Balletto (la parte esterna), struttura dall’architettura affascinante e originale, di recente costruzione, risulta attualmente uno dei simboli della capitale.

Passeggiamo poi lungo il molo e attraversiamo un porticciolo nel quale numerosi pescatori, portano avanti fortunate (per loro) catture. Sappiamo che l’acqua, anche in prossimità dei porti, è poco inquinata, un altro primato di Oslo che ci viene confermato dalla presenza di appassionati di pesce, attivi lungo la costa urbanizzata.

A fine serata riusciamo a visitare anche la Fortezza di Akershus, che attraversiamo per sfociare in una piazzetta dove scegliamo di degustare una ottima birra locale, accompagnata da patatine fritte (67 Nok a testa). Condividiamo al fresco serale, sensazioni e considerazioni, su un viaggio che si sta rivelando bellissimo ed emozionante e facciamo una foto con un cameriere che all’imbrunire ci ricorda Chris Powell e il suo potere dietologico, ma che ad una successiva osservazione dello scatto il giorno seguente, collochiamo ben lontano dalla genealogia del famoso personal trainer.

Prima del rientro in hotel, ci fermiamo in un market (molti restano aperti fino alle 23 o addirittura 24 ore) e scopro che, quando si paga con monete, non bisogna porgerle al commesso, ma inserirle in una macchinetta che effettuerà il conteggio e fornirà l’eventuale resto!  

Penultimo giorno in terra norvegese, un sabato nuvoloso e freschino, nel quale scopriamo che gli orari di apertura di bar e negozi alla vigilia della domenica, vengono spesso posticipati alle 11. Ci accomodiamo da Starbucks, alla Stazione centrale, in un ampio locale al primo piano. Cappuccino e pasta, circa 70 Nok a testa (siamo nella media, purtroppo).

museo munch

 

Una lunga camminata in un quartiere residenziale, ci porta poi al Museo Munch, dove per 95 Nok, abbiamo la possibilità di ammirare opere quali L’Urlo (che sarà spesso rappresentato dalla nostra abilità di attori, nei vari selfie scattati in giro per la città), la Madonna e la pittoresca Vulva.  Una concitata discussione “artistica”, in una sala del museo, ci regala una sgridata epocale, da parte di una guardia, che ci chiede di abbassare i toni.

Decidiamo dopo la visita di acquistare un biglietto per i mezzi con validità 24 ore, che per la zona 1 (ovvero la zona relativa ai luoghi di interesse turistico della città di Oslo), costa 90 Nok  e permette di usufruire di bus, tram e metro (è possibile acquistare il ticket con monete, carta di credito e post pay, nei distributori automatici della RUTER, l’azienda che si occupa dei trasporti. https://ruter.no/en/  Un biglietto di corsa singola, costa invece 30 Nok ). Ci dirigiamo proprio con la metropolitana  nei pressi del Museo Nazionale, dove consumiamo il nostro pranzo e dal quale ci dirigiamo verso l’Aker Brygge, zona turistica e lungo mare, vitale e piena di locali, per arrivare alla quale, passiamo dal Centro Nobel per la Pace, dove compriamo alcuni ricordi. Percorrendo il lungo mare, arriviamo ad una spiaggetta incantevole, dove trascorriamo un po’ di tempo e ci godiamo un panorama rigenerante (sullo sfondo,  la caratteristica crociera della sightseeing, che accompagna turisti lungo il fiordo).

Visitiamo poi su proposta di Massi, la House of Oslo, paradiso del design d’arredamento.

Chiudiamo la serata, nei famosi giardini del Palazzo Reale, dove una spettacolare fontana, casa di anatroccoli già posizionati per il riposo notturno, si erge in una distesa di alberi sconfinata. Abbiamo la fortuna di assistere al Cambio della Guardia, coreografico e interessante, prima di recarci a cena.

 

Dedichiamo l’ultima giornata alla visita dell’ Holmenkollen, che raggiungiamo in metro.  Un luogo incantato dove il verde boschivo fa da padrone. Visitiamo per 120 Nok a testa il Museo dello scii  e saliamo sulla Jump Tower (la torre del trampolino), sulla quale ci attendono una vista mozzafiato della città e un venticello nordico particolarmente pungente (indosso cappuccio e sciarpa senza vergogna, davanti a scandinavi in pantaloncini e canottiera).

Pranzo alla stazione centrale, in uno dei tanti punti ristoro e rientro in hotel, dove avevamo lasciato (gratuitamente) i bagagli.

Ci attende alle 15.40 il bus Torp-Expressen che ci accompagnerà a Torp, dove decolliamo con un discreto ritardo, recuperato in volo con accelerate da urlo! Suggerisco di verificare nel sito della compagnia dei bus, l’orario utile che consente di prendere il proprio volo con tranquillità. La compagnia di trasporti, dedica infatti a ciascuna tratta aerea, una corrispondente tratta a terra che permetta di raggiungere l’aeroporto circa due ore prima del volo. L’organizzazione è impeccabile e gli orari vengono rispettati perfettamente.

 Una città che rivedrei una, due e “sempre” altre volte. Che spero di raggiungere in futuro da Bergen, per godere di quel panorama lungo i Fiordi, tanto amato, da chi è riuscito ad effettuare la tratta Bergen-Oslo con il treno. Resta il dispiacere per non aver avuto il tempo di fare una crociera sul Fiordo, ma la gioia di aver assaporato davvero al massimo e con una compagnia da dieci e lode, questa esperienza così desiderata che si è rivelata addirittura superiore alle mie aspettative.

Noi abbiamo scelto di NON acquistare la Oslo Pass (http://www.visitoslo.com/it/attivita-e-attrazioni/oslo-pass/), perché un calcolo approssimativo prima della partenza, ha fatto emergere che nel nostro caso, non ci sarebbe stata nessuna convenienza.  È comunque una scelta che dipende da diversi fattori e da quanto si utilizzano i mezzi di trasporto (avendo un hotel centrale, noi abbiamo usufruito ben poco di bus, autobus e metro).

Da sapere:

  • il costo per l’utilizzo dei bagni pubblici è di 10 Nok
  •  l’inglese è compreso e parlato dalla popolazione locale
  • risulta assai utile un ombrello per amico
  • rispetto al cambio valuta, suggerisco, se si possiede uno smartphone, di scaricare l’ applicazione dedicata e gratuita, per tenere sotto controllo le proprie spese in tempo reale.

 

Buon viaggio e

alla prossima meta!

Silvia

 

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1 Commento

  1. maria grazia conti

    complimenti per il tuo racconto, sempre pieno di consigli per gli acquisti, anche a me piace organizzare i viaggi ma aldila’ del trasporto aereo e dell’albergo non vado,,,te segni proprio tutto!.. e’ vero che tutto e’ sempre molto soggettivo, oio per esempio scrivo di piu’ su quello che vedo e sento. per esempio una cosa che ricordo di Oslo, visitata nel 2002, e’ che la gente non e’ cordiale, stare al buio per oltre 6 mesi non li rende ospitali..infatti da quelle parti c’e’ il piu’ alto numero di suicidi. la px volta arriva fino a capo nord, periodo migliore per le notti bianche fine giugno…e verso mezzanotte vai ad assistere ad un concerto, e’ molto suggestivo.

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