New York a cura di Elisa Gotra

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26 Dic 2011

Dicembre: tempo di shopping

Dicembre è il mio mese preferito: inizia l’inverno, arriva il Natale, le città si addobbano e ognuno di noi lo usa come scusa per fare od organizzare qualcosa di particolare. Naturalmente è considerato, anche, come il mese dello shopping sfrenato, quindi c’è una sola città che per me rappresenta la quintessenza di tutto quanto sopra scritto: NEW YORK!

Il desiderio di andare è nella mia testolina da qualche anno… le grandi metropoli non mi hanno mai attirato particolarmente, preferisco gli immensi spazi aperti e la natura incontaminata, ma, da quando l’ho sorvolata durante uno scalo, mi è rimasto il pensiero fisso; mi è bastato un veloce assaggio per rimanere a bocca aperta e capire quanto è meravigliosa.

Che sia per un week end lungo o per 2 settimane, la città ha talmente tante cose da offrire che nessuno si potrà annoiare. Noi siamo rimasti 5 giorni e devo dire che possono bastare, soprattutto in inverno, quando le temperature sono davvero rigide e stare all’aria aperta a volte è veramente difficile.

Le aspettative, naturalmente, sono altissime e arrivando in città ho provato quasi un senso di delusione… si, ho scritto veramente delusione! E’ stata una sensazione stranissima, dopo il lungo volo e la lunghissima attesa tutto quello che mi viene da pensare è che quello che vedo è tutto già visto e conosciuto. La colpa è dei milioni di film, video, documentari, e immagini che ci hanno bombardato fin da piccoli, non serve andare a New York per conoscerla, basta guardare la TV!

ALT! Reset… Questi pensieri sono stati fatti dopo 20 ore di insonnia, siamo stanchi e forse un po’ frastornati, si cena in fretta e si va a letto; questa città freme di vita e noi ci addormentiamo fiduciosi e assetati di poterne godere quanto più possibile.

 

STATUA DELLA LIBERTA'

La mattina successiva inizia la vacanza vera. Decidiamo subito di imbarcarci sul battello per raggiungere la Statua della Libertà ed Ellis Island, fa super freddo ma quello che vediamo scalda il cuore. Dalle 2 isole c’è una vista pazzesca sulla città, grazie al bellissimo sole lo skyline che da qui vediamo è davvero da 10 e lode. Ad Ellis Island visitiamo il museo sulla storia dell’immigrazione: reale e toccante, una vera esperienza.

Ritornati sulla terraferma si comincia la lunga passeggiata che va da Bowling Green e attraversa tutto il Financial District. Tantissimi palazzi dell’alta finanza, Wall Street e il suo toro, il City Hall (il palazzo del comune), il Woolforth building e soprattutto Tiffany… Lo so, quello originale è sulla 5Th Street, ma io non resisto: entro e faccio shopping! Audrey aveva proprio ragione…da Tiffany non puoi che essere felice!

La sera è dedicata al divertimento più newyorkese di tutti: il musical. Abbiamo preso i biglietti da tempo, perché questa nuova produzione di Brodway va a ruba. Va in scena Spiderman – Turn off the dark, uno dei musical più costosi della storia, con scenografie e coreografie spettacolari, tanti stunt-man e musica di Bono degli U2, insomma da non perdere!

Per giornate così piene serve una carica particolare, quindi già dalla seconda mattina, abbandoniamo le nostre abitudini e ci strafoghiamo con una real american breakfast: niente di meglio per mescolarsi alla gente comune e sentirsi una micro-fettina di questa grande mela.

Riempita la pancia ci spostiamo a Brooklyn con la metro, per chi non lo sapesse la città è formata da 5 grandi distretti che sono Manhattan, Brooklyn, Queens, Bronx e Staten Island; ognuno di essi è una specie di città nella città, ogni distretto ha uno stile a sé e forse è l’unione di questi insiemi che rende così particolare e indimenticabile un viaggio come questo. Una volta scesi, infatti, ci sentiamo in un altro mondo, la confusione e la frenesia di Manhattan sembrano lontane anni luce, qui c’è pace e tranquillità, i grattacieli hanno fatto spazio alle casette a due piani, i fast food ai negozietti di ghiottonerie e ai piccoli bar. Arrivati al fiume incontriamo il River Cafè, ristorante famosissimo, più che per i suoi piatti, per la vista impagabile che si ha sul fiume Hudson, sul ponte e sulla città al di là di essi.

Attraversiamo il ponte e in pochi minuti ci ritroviamo tra le incasinatissime vie di Chinatown. Questo è l’unico quartiere della città che ha le vie non perpendicolari, per tener lontano gli spiriti dicono loro, e anche l’unico posto dove si può nascere, vivere e morire senza aver mai parlato inglese!!! In vendita e in vetrina si può trovare veramente di tutto, anzi è meglio non stare troppo a chiedersi cosa siano… Insegne e scritte cinesi campeggiano ovunque e, purtroppo, hanno anche cominciato ad invadere ciò che resta della bella Little Italy. Qui il folklore italiano (soprattutto del sud) la fa da padrone; bandiere, ristoranti tipici, musica e caffè: un misto di colori e profumi che un po’ fanno aria di casa e un po’ danno l’idea del finto. Ormai, infatti, sono anni che la maggior parte degli italiani si è trasferita verso quartieri più prestigiosi e qui sono rimaste solo le attività commerciali, spesso neanche gestite da italiani!

Il terzo giorno si avvera anche il mio ultimo desiderio: nevica! Immaginate il grande albero di Natale del Rockfeller Centre, gli artisti travestiti da Babbo Natale che cantano per le strade, la bellissima cattedrale di Sant Patrick sotto la neve….mi sento pinocchio nel Paese dei Balocchi.

Dal punto di vista pratico, però, abbiamo bisogno di combattere il freddo e la neve, così decidiamo di dedicare la giornata ai musei. Attraversiamo a piedi le stradine bianche e deserte di Central Park per arrivare al Metropolitan Museum, uno dei musei più grandi al mondo contenente un riassunto dell’arte mondiale dall’epoca greco-romana ai giorni nostri. Ci sono opere da tutti i continenti, che, unite alla bellezza e all’immensità delle sale espositive, lo rendono veramente unico! Poco distante visitiamo anche il Guggenheim Museum: un’enorme chiocciola al cui interno sono allestite esposizioni temporanee, sicuramente di grande impatto architettonico, ma lontano anni luce dal precedente…

Per non esagerare troppo con la cultura, visitiamo anche il Macy’s della 34Th strada, il grande magazzino più vasto al mondo, a parte le dimensioni non è granché, ma apprezziamo il calduccio e l’onnipresente Starbucks…

La giornata non è ancora terminata e visto che le nuvole si stanno aprendo, e un timido sole calante si affaccia tra di esse, decidiamo di salire all’ Empire State Building, il grattacielo più alto di New York. Probabilmente l’emozione più grande della vacanza l’ho provata qui; penso che l’aggettivo inglese breathtaking sia il più adatto a descriverla: affacciarsi dall’86° piano del palazzo toglie veramente il respiro. La città innevata si estende a perdita d’occhio, milioni di luci e cose sotto di noi e sotto ad un cielo infuocato. Tutto il resto non si può spiegare, va visto! Ogni tanto il pensiero va agli unici 2 grattacieli che avevano superato l’Empire in altezza, le Torri gemelle…ma mi impongo di non pensarci, siamo a più di 350m dal suolo e l’ansia deve essere tenuta lontana.

Tribeca, SoHo, NoHo e Nolita sono i quartieri di Lower Manhattan a cui dedichiamo il sabato mattina. Architettura industriale, palazzi recuperati, scale in ferro esterne e centinaia di negozi di giovani artisti e stilisti sono i tratti identificanti di questa zona che si estende dall’ Hudson a Chinatown. Inutile dire che queste strade sono state le locations di centinaia di film e telefilm, uno su tutti: il mitico Friends.

Il sito del World Trade Centre è un cantiere in pieno lavoro, il vuoto materiale lasciato dalle Torri gemelle è stato via via riempito da nuovi palazzi, ma il senso di vuoto, che i tragici avvenimenti di quel lontano 11 settembre hanno lasciato nelle nostre anime, difficilmente sarà colmato. Il 9/11 Memorial raccoglie video, foto, testimonianze e cimeli che ci fanno rivivere in modo molto vero quel giorno; sparse un po’ ovunque ci sono scatole di fazzoletti, non è un caso…

Esattamente di fronte si trova la St. Paul Chapel, la chiesa diventata famosa per aver ospitato i volontari, i poliziotti e i vigili del fuoco durante i giorni dei soccorsi. Anche qui foto e ricostruzioni sono veramente toccanti. La sacralità del luogo è tangibile, a prescindere dalla fede di ciascuno; quello che qui è successo ha cambiato la storia e la vita a tutti noi.

La giornata prosegue al MoMa (Museum of modern art) con la sua raccolta di opere di primissimo livello: Picasso, Van Gogh, Matisse, Mirò, Monet, Andy Warhol sono solo alcuni degli artisti qui esposti, insieme ad un’infinità di altri meno famosi (almeno per me e per le mie scarse conoscenze artistiche…).

Come anticipato nel titolo di questo report, Dicembre è il mese dello shopping, e quindi quale modo migliore di terminare tutte queste faticosissime giornate? Naturale: girovagando tra i milioni di negozi della 5th e 6th strada! Abiti, borsette, scarpe, gioielli, giocattoli avrete le vertigini per la quantità di offerta a cui sarete sottoposti. Il divertimento è assicurato per tutti, anche senza comprare nulla (impresa impossibile a mio avviso!).New York

La domenica mattina la trascorriamo all’American Museum of Natural History riuscendone a vedere una microscopica parte; il museo, infatti, è enorme, ci sono tantissimi padiglioni ognuno di essi dedicato ad una branca delle scienze naturali o ad esposizioni temporanee. Il planetario, con la sua narrazione letta da Woopy Goldberg, sulla nascita dell’universo è meraviglioso, tutti a faccia in su rapiti come bambini alla lettura della favola della buonanotte. Il padiglione delle farfalle, la ricostruzione dei dinosauri, centinaia di riproduzioni di animali e del loro ambiente di vita sono solo le briciole di tutto quello che questo museo può offrire.

Che dire, la vacanza volge al termine e anche il mio report. Ci sono tantissime cose che ho tralasciato di nominare: Time Square, Grand Central Station, la Public Library, i vari market, ristoranti e locali, ma le cose fatte e viste sono state così tante che sarebbe impossibile fare un elenco completo. Penso si potrebbe tornare a New York cento volte e creare ogni volta un viaggio diverso, con nuovi posti da vedere e nuove cose da fare. Quindi ragazzi affrettatevi: the Big Apple vi aspetta, per regalare anche a voi una delle più grandi esperienze di viaggio mai provate.

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1 Commento

  1. ale

    Recensione meravigliosa Elisa! New York è la prima meta del viaggio dei miei sogni negli States quindi ti lascio immaginare quanto mi abbiano emozionato le tue parole! Dev’essere stata un’esperienza incredibile, e spero di poter dire altrettanto quando sarà il mio turno 😉 Ancora complimenti!!

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